Contro le droghe: la Women Orchestra si esibisce al Teatro Massimo per “Giulio è”

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Un evento fortemente sentito e voluto dalla famiglia e dagli amici di Giulio Zavatteri, morto lo scorso anno, giovanissimo all’età di diciannove anni, a causa dell’assunzione di sostanze stupefacenti. Un evento dedicato alla cultura e alla musica, ma anche all’informazione per il contrasto all’uso delle droghe. Con un fine ultimo ben preciso: impiegare l’intero incasso della serata per finanziare l’apertura di un centro di prima accoglienza per i ragazzi con dipendenze da droghe, nella città di Palermo.

Domenica 5 marzo, a partire dalle ore 20.30, al Teatro Massimo del capoluogo siciliano, si terrà “Giulio è”, con la partecipazione gratuita di diversi artisti che contribuiranno alla causa di Francesco Zavatteri, padre di Giulio e organizzatore di questa serata a lui dedicata.

Fortemente motivata a partecipare anche la Women Orchestra, l’orchestra siciliana tutta al femminile diretta da Alessandra Pipitone, spesso protagonista nelle cause sociali.

“Ci teniamo particolarmente a promuovere questo evento – dichiara la Pipitone – perché siamo consapevoli di quanto si sia esteso negli ultimi anni il problema della droga e dell’uso di sostanze stupefacenti tra i giovani e gli adolescenti, di quanto questi ultimi abbiano bisogno di importanti punti di riferimento e di sostegno. Vogliamo esserci per testimoniare la bellezza della vita, della musica e dell’arte tutta, di quanto sia bello e produttivo essere liberi da qualsiasi dipendenza”.

All’evento si esibiranno in tutto una cinquantina di artisti, gratuitamente. Ci saranno inoltre momenti dedicati al ricordo di Giulio Zavatteri – che, racconta il padre, era un ragazzo che amava molto la musica e l’arte – e di riflessione.

La battaglia del padre di Giulio, Francesco Zavatteri, riguarda in particolare il contrasto allo spaccio e all’assunzione del crack tra i giovanissimi. “Ad oggi contiamo ben 960 ragazzi palermitani – dice – questi sono quelli certificati dal Sert, che fanno utilizzo di questa sostanza stupefacente che li rende dipendenti fin dall’inizio e fa perdere loro la percezione di sé stessi e della loro vita. È necessaria la collaborazione di tutte le istituzioni, professionisti e volontari per riuscire a circoscrivere più possibile questo terribile fenomeno. L’apertura de “La casa di Giulio”, centro di accoglienza, oltre che di ristoro per i ragazzi con dipendenze da sostanze, vuole essere il primo passo per dire stop alla rovina di tanti giovani e delle loro famiglie”.