La lettera di Beethoven, il cane avvelenato al parco: “Sono stato ucciso da chi non sa amare”

0
275

“Il mio nome era Beethoven, avevo solo sette anni. E insieme al mio papà vivevo in questa casa ed ero felice. Bastava uno sguardo per capirci. Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani”. Maxi Piro scrive in una lettera ciò che secondo lui avrebbe detto il suo amato labrador, morto dopo aver ingerito del topicida o un’esca avvelenata durante una delle passeggiate al parco. Una lettera che l’uomo, cantautore di Fagnano Olona (Varese), ha poi appeso sulla porta di casa.

Beethoven, così si chiamava il labrador, giovedì 18 febbraio ha iniziato a sentirsi male e a vomitare per la prima volta. L’agonia è durata una settimana e martedì 23 febbraio Beethoven muore per un’emorragia interna precipitando il suo amato papà nella disperazione. Tutto il dolore di Max Piro è lì, in quella lettera e nel post di Facebook: “Non mi scrivete solo per dirmi che devo accettare, dimenticare, o peggio lasciare perdere. Beethoven era mio figlio, chi lo ha ucciso, gira indisturbato per Fagnano e dintorni, e continua a fare la sua vita, rovinando la vita ad altri. Mentre chi amava la vita e il suo papà, non c’è più. Quindi ve lo chiedo per favore, non scrivetemi messaggi inutili e stupidi”.

Una vita trascorsa insieme da quando si incontrarono nelle Madonie, tanto che Max Piro rifiuta anche lavori che lo avrebbero portato lontano da casa e da Beethoven. Non c’era posto in cui andava in cui non lo portava con sé. E durante il lockdown Beethoven è stato per lui una presenza straordinaria. C’è tutto l’amore e il dolore del mondo in quella lettere appesa alla porta. “Amavo sempre stare vicino a lui – dice Beethoven per mano di Max Piro -, anche quando viaggiava. Mi accucciavo sul sedile
posteriore dell’auto e mi rilassavo, perché con papà mi sentivo sempre al sicuro”. “ E io ero felice”. Poi ha iniziato a stare male: “Sono stato avvelenato da qualcuno che non sa amare, ma solo odiare noi cani. Ho sentito il mio papà piangere e disperarsi, ma ormai era troppo tardi. Ora corro felice. Perché so che un giorno rivedrò il mio papà e nessuno più ci dividerà”.

Dopo che la lettera di Beethoven è stata affissa alla porta, qualcuno ha lasciato un post-it con su scritto “Giustizia per Beethoven” lì, sotto la lettera. E un’ondata di solidarietà ed amore da tutta Italia ha travolto Max Piro e il ricordo di Beethoven. La sua storia, la loro storia adesso è la storia di tutti. Ora, lui e i fagnanesi, chiedono aiuto per individuare l’autore del reato.