L’incredibile storia di Giorgio Rosa e della sua Isola

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Dal trailer lanciato da Netflix, L’Incredibile storia dell’Isola delle Rose sembra un film surreale e irrealistico, dalle sfumature anni ’60 e con sfondo i lidi riminesi, già tanto cari a Netflix Italia.

Invece la davvero “incredibile” storia dell’Isola delle Rose è tratta da un fatto vero che forse alcuni, tra gli over 50, ricorderanno, e che per i più giovani è stata romanzata e rispolverata da Sydney Sibilia (regista della trilogia degli “Smetto quando voglio”, ndr).

Una romantica e anarchica vicenda accaduta realmente nell’Italia del 1968, finita agli onori della cronaca internazionale, svoltasi tra Bologna, Rimini, Strasburgo e Roma.

L’Ingegnere Giorgio Rosa tra finzione e realtà

Nato a Bologna nel 1925, Giorgio Rosa si laurea in ingegneria meccanica all’Alma Mater di Bologna nel 1950.

Netflix lo mostra, attraverso Elio Germano, neo laureato e desideroso di fare qualcosa di più nella vita e allontanarsi dagli oneri della società in cui vive.

Con l’obiettivo di conquistare Gabriella Chierici (interpretata da Matilda De Angelis, ndr), sua ex fidanzata, allontanatasi da lui per la sua immaturità, Giorgio/Elio decide di costruirsi un suo mondo.

Nella realtà, invece, Gabriella Chierici è già moglie di Giorgio Rosa e lo aiuta e appoggia nel suo folle sogno.

L’Isola delle Rose tra finzione e realtà

Un po’ diversa da come il film la mostra, la creazione dell’Isola si estende su un arco temporale molto più ampio di qualche mese.

Il piano è quello di costruire una piattaforma artificiale di 400 metri quadrati nel Mare Adriatico, al di fuori dai confini italiani, mentre l’Europa e l’Italia sono attraversate dai moti popolari degli anni Sessanta.

Nel 1958, Giorgio Rosa inizia lentamente a costruire la struttura di tubi di acciaio da trasportare in mare e la colloca a 550 metri fuori dalle acque internazionali italiane.

Intorno al 1966, nonostante diverse intimidazioni da parte delle autorità, si costruiscono i muri che definiscono gli spazi della località e un punto di sbarco.

Nei mesi successivi, con una trivella, arriva anche l’acqua dolce per fornire tutta l’Isola.

Il 20 agosto 1967 la struttura viene aperta al pubblico e si trasforma subito in un’attrazione turistica.

L’Isola diventa il simbolo della libertà per quei Sessantottini che vogliono un mondo nuovo e al di fuori della società in cui vivono, nonostante Giorgio Rosa sia fuori dalle contestazioni di quegli anni.

Il 1 maggio 1968 viene proclamata Stato Indipendente, con il nome di “Repubblica Esperantista dell’Isola delle Rose“, con una propria lingua, inno nazionale, moneta, francobollo e un proprio governo, con Giorgio Rosa come presidente.

All’epoca, oltre ai suoi governanti, l’isola conta di un solo abitante stabile, un naufrago approdato sull’isola, Pietro Bernardini.

L’Isola accresce il malcontento del governo italiano, per il suo successo, clamore, per l’utilizzo smodato di alcool e gioco d’azzardo.

Per rendersi davvero indipendente, con i suoi abitanti, visitatori e cittadini, Giorgio Rosa matura l’idea portare la questione Indipendenza alle Nazioni Unite.

La mossa trova favore presso l’ONU e anche al Consiglio d’Europa di Strasburgo, a cui Rosa chiede aiuto dopo le minacce del governo italiano di Giovani Leone e del suo ministro degli Interni, Franco Restivo.

L’isola viene distrutta, nel febbraio del 1969, dopo la firma di una vera e propria dichiarazione di guerra da parte dello Stato Italiano.

Titoli di coda e curiosità

I titoli di coda del film, prodotto da Matteo Rovere, rivela come:

Il Consiglio d’Europa alla fine rifiuta di pronunciarsi sulla questione dell’indipendenza dell’Isola delle Rose, perché “contenzioso tra due stati sovrani”, e quindi riconosce le pretese di indipendenza dello stato di Giorgio Rosa.

Quella con l’Isola delle Rose resta l’unica guerra d’aggressione della Repubblica Italiana e per evitare che riaccada, tutti i confini degli stati, vengono spostati dall’ONU da 6 a 12 miglia nautiche.