Nasce a Carini, come progettualità curriculare, il “Laboratorio di Educazione, soluzione del Conflitto e Pace”

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È il primo significativo caso di “Laboratorio di Educazione, soluzione del Conflitto e Pace” che si realizza in Italia; stavolta realizzato in Sicilia con assoluta meritoria iniziativa di un docente dell’Istituto Comprensivo Statale “Renato Guttuso” di Carini (PA), in partenariato volontario e gratuito del Rotary Club Palermo Montepellegrino e la collaborazione, sebbene on line, di alcuni soci dei Rotary Club di Kyiv Multinational e Rotary Club Kyiv-City

Il “Laboratorio di Educazione, soluzione del Conflitto e Pace” si occupa della promozione dell’educazione alla pace ed è un servizio ludico-educativo che si rivolge a minori della classe coinvolta e, indirettamente, ad adulti genitori e operatori del volontariato e del servizio, altri docenti, educatori. Le educazioni alla Pace, come l’educazione alla cittadinanza terrestre, la promozione del dialogo interculturale, la gestione costruttiva e nonviolenta dei conflitti, l’educazione alla democrazia e ai diritti umani, l’educazione alle abilità per la vita, vengono promosse dal “Laboratorio di Educazione, soluzione del Conflitto e Pace” attraverso un istituibile Centro di Documentazione, attività ludiche creative per bambine/i e ragazze/i che il prof. Antonio Fundarò, presidente del Rotary Palermo Montepellegrino, ideatore del progetto, regalerà all’Istituto Comprensivo “Renato Guttuso”.

Le attività proposte e le relative modalità di iscrizione vengono pubblicate periodicamente nel Portale Educazione.

Il laboratorio, una vera rarità nel campo della didattica e della pedagogia inclusiva e della pace, si concentra su tre aree di ricerca e di insegnamento in una prospettiva davvero innovativa ed esclusiva. Un laboratorio che riporta al centro della scuola (ve ne era davvero bisogno) l’alunno con le sue specificità, con le sue debolezze e, principalmente, con le sue molteplici domande e le sue paure non confessate e sempre più pressanti. “Una scuola che ascolta, che non ha paura di vivere empaticamente le molteplici sensibilità dei propri alunni, è una scuola capace di farsi garante della pace, dell’inclusione, di proposte davvero credibili per una soluzione dei confitti” come ha confermato l’ideatore dell’ambizioso progetto educativo prof. Antonio Fundarò.

Tre le aree: Come il conflitto influisce sull’accesso e sull’offerta educativa (in quest’area, gli studenti e il docente ideatore del particolare laboratorio, esaminano le barriere all’istruzione in contesti colpiti da conflitti, tra cui la violenza armata, l’esaurimento delle risorse, le disuguaglianze di genere ed etniche, le cancellazioni epistemologiche e le culture di guerra); l’effetto dell’istruzione sull’esacerbazione o sull’attenuazione dei conflitti (in quest’area, gli studenti e il docente ideatore del particolare laboratorio, si concentrano su come curriculum, pedagogia e politiche educative tolleranti/tolleranti servono ad espandere o contrarre il conflitto, comprese le narrazioni storiche di un gruppo etnico/religioso, rivendicazioni di universalità, politiche assimilazioniste, pedagogia autoritaria e gesti di esclusione); possibili risposte trasformative al conflitto e alla pace nell’ambito e attraverso l’istruzione (quest’area indaga le risposte onto-epistemiche, curriculari, pedagogiche e metodologiche che hanno un potenziale trasformativo per promuovere società non violente, giuste e pacifiche. In quest’area, io e i miei studenti mappiamo nuove possibilità di pace attraverso l’istruzione).

La sfida del professore Antonio Fundarò, dalla Sicilia in Europa, è quella di “esaminare criticamente come gli insegnanti creano opportunità per promuovere un cambiamento sociale positivo”.

Questo progetto – ideato e compiutamente realizzato dal prof. Antonio Fundarò, docente nell’Istituto Comprensivo “Renato Guttuso” di Carini – mira ad esaminare criticamente come gli insegnanti creano opportunità per promuovere un cambiamento sociale positivo attraverso l’istruzione (ad esempio, attraverso l’educazione alla cittadinanza globale, l’educazione alla pace, l’educazione ai diritti umani, l’educazione democratica, l’educazione all’unificazione mondiale). Si prevede che i risultati comparativi del progetto contribuiranno a generare migliori pratiche per sostenere la pace e la giustizia sociale oggi in Ucraina, in Iran, in Italia e in altre realtà del pianeta.