Palermo in musica, il cantautore Carmelo Piraino live a Villa Trabia: un incontro tra emozioni e ironia

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Domenica 25 luglio il cantautore siciliano Carmelo Piraino si esibirà live al Pyc (Villa Trabia) di Palermo (entrata via Marchese Ugo, 4 – ore 21.30 – ingresso gratuito), accompagnato da Manfredi Tumminello (chitarre), Manfredi Caputo (percussioni) e da Giuliano Fondacaro (chitarra e basso) e presenterà i brani del suo album d’esordio “Non so se posso”

Un esordio discografico, prodotto da Massimo Scalici, provocatorio ed ironico, che racchiude la vita, i sentimenti del cantautore, e tutte le sfaccettature di un animo che tenta di trovare un senso: “un senso tra ragione e sentimento, tra realtà e fatalismo, tra l’infinitamente piccolo e l’infinitamente grande, tra un bel tramonto e l’universo e tutti quei mille dubbi che ci appartengono come esseri umani. Sono tutti i contrasti e le sfumature del mondo – spiega Carmelo Piraino.

Canzoni personali, sincere: “sono brani che parlano di me e della mia difficoltà di mettere a nudo le mie emozioni – prosegue il cantautore -. Per questo ho riflettuto un paio d’anni, prima di decidere di far uscire il mio primo disco con il titolo più sincero che potessi trovare “Non so se posso”. Un disco che rispecchia la mia titubanza a mettermi in prima linea e mettermi in gioco anche come interprete delle mie stesse canzoni. Ma “Non so se posso” è anche quel modo di dire un po’ paraculo di chi ha già detto la sua ma si nasconde dietro questo fittizio modo di chiedere permesso. E anche questo mi rappresenta e rappresenta le canzoni tutte che fanno parte del disco.”

Nove brani autobiografici che girano attorno al concetto del pentimento, della perdita, del rammarico, della tristezza, dell’inadeguatezza ma tutto filtrato da un’allegria melodica che rende tutto delicatamente fruibile all’ascolto. Non ci si prende sul serio pur denudandosi totalmente senza pudore. L’album apre con “Ho perso un’occasione”, nata da un pretesto di vita vissuta, perdere l’opportunità di conoscere una ragazza intravista nella confusione della stazione di Orte. Qui c’è il pentimento, non avere il coraggio di avvicinarla e crearsi alibi. Trovarsi in treno e idealizzare quell’ipotetico incontro. “Non sopporto” che racconta di una storia d’amore e della paura di perdersi, fotografata dal ritornello “c’è una scadenza anche in ciò che è buono”: anche le storie più belle poi vanno a finire nella sopportazione anzi nella non sopportazione.

“Il mio funerale”, canzone che nel 2019 vince il Premio Donida, è pensata in un momento di crisi personale del cantautore, tra ironia e descrizioni paradossali, in un momento in cui si rende conto che l’unica cosa che può lasciare ai posteri in un mondo che non ti dà veramente l’opportunità di scegliere nulla era la descrizione di come pensava di volere il proprio funerale. “Allagamento” racconta un attimo di vita vissuta, una quasi tragedia familiare scampata come se ne sentono nella cronaca.

Una domenica pomeriggio a casa un’alluvione inonda casa e in meno di mezz’ora tutto distrutto all’improvviso finisce tutto. “Non so se posso” è un brano di critica sociale che rastrella momenti più disparati di ovvie e vissute vicissitudini di storia contemporanea di un sistema che va al macero, burocrati, politici, Cinesi, Americani e Vaticano presi di mira senza esclusioni di colpi, il tutto sdoganato in modo leggero e ironico dall’attenuante di dichiarare “Non so se posso dire tutto questo da ubriaco”.

“Madagascar” è una canzone leggera, estiva, il classico “lascio tutto e vado ad aprire un bar ai caraibi”, che qui diventano Zanzibar e Madagascar. “Odio”, racconta dell’insoddisfazione che porta all’invidia, che a sua vola porta all’odio. In “Perdo tutto” si descrive in maniera ironica e surreale la tendenza a perdere tutto distrattamente e per non cura anche i rapporti d’amore: “tutto parte dalla considerazione che in maniera reiterata le storie della mia vita poi finiscono e sempre alla stessa maniera si perdono senza a volte sapere il perché”, racconta Piraino.

L’album si chiude con la “Scaffa”, una poesia in siciliano di Renzino Barbera “musicata da me in occasione di uno spettacolo teatrale e diventata un cult nel mio piccolo bagaglio musicale. Una poesia che parla della storia d’amore per una scaffa, termine che in siciliano individua le buche stradali che da noi al sud durano anni e anni a tal punto da innamorarsene”.