Covid, MIO Italia: “Aspettiamo un decreto che riapra tutti i ristoranti a pieno regime”

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In occasione del passaggio in zona gialla di quasi tutta l’Italia da oggi, 17 maggio, i responsabili di MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, non sono ancora soddisfatti a causa della disomogeneità delle aperture tra i ristoranti al chiuso e quelli all’aperto.

«Il comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) è al centro di una diatriba politica, fra chi ragionevolmente vuole riaprire, sulla base degli indicatori più che positivi e della campagna vaccinale che avanza, e chi, ideologicamente, vuole tenere chiuso il più possibile, continuando a non considerare lo stillicidio dei fallimenti dei piccoli imprenditori che non lavorano dal 25 ottobre scorso, e i drammi di intere famiglie che hanno investito tutto nelle loro aziende. In questo senso, il premier Draghi, che ha già rimandato una volta la cabina di regia, oggi eviti di fare melina. Perché ogni giorno di chiusura che passa, le multinazionali, la delinquenza organizzata, gli usurai, i cinesi con le valigette in mano ringraziano» dichiarano Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia e Salvo Longo, presidente MIO SICILIA.

Da sin. Salvo Longo e Paoilo Bianchini

«Il Paese ha bisogno di una decisione basata sulla realtà dei fatti, scevra da ideologie, e lungimirante. E soprattutto veloce: perché alla riunione di oggi dovrà seguire un Consiglio dei ministri con un decreto che dia finalmente via libera alle aperture di tutti i ristoranti a pieno regime e allo spostamento – meglio se abolizione – del coprifuoco. Per vedere concretizzato tutto questo, il comparto dell’ospitalità a tavola non può aspettare un’altra settimana» ha aggiunto Paolo Bianchini.

«In Sicilia siamo messi anche peggio rispetto alle regioni del nord, poiché il nostro comparto è ancora più protagonista nell’economia dell’isola. Sta anche al nostro presidente di regione Musumeci, farsi sentire per le riaperture anche all’interno. La smetta di assecondare in tutto e per tutto il ministro Speranza. Solo così si può limitare un danno economico già enorme di suo» ha concluso Salvo Longo.