Covid, MIO Italia: “I ristoranti non trovano personale, serve una riforma del Reddito di Cittadinanza”

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In vista delle riaperture previste a pieno regime a partire dal 1 giugno per locali, bar e ristoranti sia al chiuso che all’aperto, il dato che continua a stupire MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità, – e non solo- è che manca il personale che vi lavori.

«Pensavamo che la situazione fosse grave, ma non fino a questo punto, perché in realtà è drammatica. I locali – ristoranti, bar, pizzerie, cocktail bar, con o senza tavoli all’aperto – stanno per riaprire a pieno regime dal 1° giugno. La migliore e più fruttuosa stagione è alle porte, eppure in tutta Italia non si trova il personale di sala e di cucina. Sembra incredibile, ma è così. Il reddito di cittadinanza spinge a rimanere comodamente sul divano, piuttosto che a cercare una occupazione. Eppure, negli esercizi di somministrazione non si guadagna affatto male. Inoltre, chi cerca un impiego, chiede di lavorare in nero» ha detto Paolo Bianchini, presidente dell’associazione di categoria MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità.

«Soprattutto in Sicilia, nessuno vuole lasciare un sussidio sicuro per impegnarsi in un lavoro regolarmente inquadrato. È un problema enorme che interessa più livelli istituzionali: lo Stato, ovviamente, ma anche le Regioni, responsabili delle politiche attive del lavoro e della formazione. In questo senso, fra le urgenze ci sono pure la riforma dei centri dell’impiego, che non riescono a fare matching fra domanda e offerta, e un intervento deciso sul costo del lavoro», ha continuato Salvo Longo, presidente MIO SICILIA.

«In ogni caso, dopo le restrizioni covid, che hanno massacrato il comparto dell’ospitalità a tavola, ora si preannuncia un’estate più problematica di quanto ci aspettassimo, a causa della mancanza di personale. Per il comparto Horeca non c’è proprio tregua», ha concluso Paolo Bianchini.