I pescatori di Mazara: “Celle al buio e umiliazioni continue”

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Dopo più di 100 giorni finalmente i pescatori di Mazara sono liberi. La commozione è tanta sia per loro che per i familiari. Il ritorno sarà previsto tra sabato notte e domenica mattina e il Comune di Mazara del Vallo ha deciso di festeggiarli con dei fuochi di artificio.

LE DICHIARAZIONI DEI PESCATORI

“In questi 108 giorni abbiamo cambiato quattro carceri in condizioni sempre più difficili. L’ultimo dove siamo stati era al buio, ci portavano il cibo con i contenitori di metallo. È stato davvero molto complicato: accendevano e spegnevano le luci, a loro piacimento”. A raccontare la prigionia in Libia è Pietro Marrone, capitano della Medinea. Il racconto viene riportato attraverso la radio della nave con cui i 18 marinai stanno tornando in Sicilia.

Stamattina, dalla centrale radio porto nuovo, l’armatore è riuscito a parlare col suo equipaggio che sta navigando per fare rientro a Mazara del Vallo. “Ieri sono venuti a prenderci e una guardia ci ha detto che eravamo liberi. La stessa cosa era già successo circa un mese fa, quindi nessuno di noi ormai ci credeva”.

Il capitano prosegue poi la sua ricostruzione della giornata: “Dopo l’annuncio che saremmo stati liberati ci siamo preparati: abbiamo fatto la barba, ci siamo fatti prestare qualche bottiglia di shampoo, ci siamo lavati, ci hanno portato qualche tuta. Poi a bordo di un pullman ci hanno portato dalle nostre ‘varcuzze’. Stanotte finalmente, dopo avere ricaricato le batterie, abbiamo acceso i motori e siamo partiti. Adesso non vediamo l’ora di tornare a casa”.