Il Rotary Club Palermo Montepellegrino abbellisce la “Piazza alta” di Monte Pellegrino

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“Abbellisci una piazza per ogni città”: questo il titolo del progetto distrettuale del Governatore del Distretto 2110 del Rotary International professore Gaetano De Bernardis che il Rotary Club Palermo Montepellegrino (in collaborazione con l’Interact Club Palermo Montepellegrino guidato da Clarissa Tamburello) ha voluto definire rendendo più bella e accogliente la “Piazza Alta” di Monte Pellegrino congiuntamente a due diversi sentieri, appositamente segnalati da una splendida segnaletica realizzata dal Rotary Club Palermo Montepellegrino, che conducono allo spiazzale delle “Contraeree del Belvedere” e alla cima “Volo dell’Aquila”.

Luoghi nei quali sono state posti due diversi capanni, ognuno dei quali ha ospitato due targhe: da un lato la sintesi della filosofia del progetto (con un pregevole pensiero del presidente del Club) e dall’altro le informazioni relative alle postazioni contraeree, realizzato dal dott. Attilio Albergoni. Presenti all’inaugurazione il Dott. Sergio Marino, Assessore Ville e Giardini, Verde, Parchi della Città di Palermo che ha parlato a nome del sindaco Leoluca Orlando, plaudendo all’iniziativa.

“Si tratta di un progetto di spessore che dona splendore a due luoghi poco conosciuti di monte Pellegrino che, grazie al Rotary, sono stati restituiti alla loro fruizione ambientale e storica”; e continuando “trovo di grande importanza il messaggio che il professore Antonio Fundarò ha voluto lasciare a quanti leggeranno questi cartelloni. Lui parla dell’importanza dell’educazione al <diritto alla bellezza>. Lo ringrazio per la sensibilità, per questo progetto ambizioso e assolutamente necessario, e per questo suo spiccato senso civico e amore per la città”.

Presenti, tra gli altri, all’inaugurazione l’Avv. On. Toto Cordaro, Assessore Regionale al Territorio e Ambiente della Regione Siciliana, il dott. Giovanni Provinzano, Direttore della Riserva del Monte Pellegrino, Ranger d’Italia; il Don Marco Grossholz, Reggente del Santuario di Santa Rosalia; il Commissario della Guardia Forestale; Clarissa Tamburello, Presidente Interact Club Palermo Montepellegrino e il direttivo al completo del club giovanile del Rotary. Congiuntamente è stato inaugurato il “progetto aree paesaggistiche e monumentali da leggere con lo smartphone grazie al Qr-code” attraverso il quale il Rotary Club congiuntamente ai Rangers d’Italia garantiranno ai turisti e ai cittadini palermitani curiosi di leggere il sito che stanno visitando. 

Nel suo brillante intervento il presidente Antonio Fundarò ha sottolineato come “il diritto alla bellezza” deve diventare un motivo forte di consapevolezza democratica e civica. “I cittadini si formano attraverso il senso di appartenenza al territorio, attraverso la consapevolezza dell’identità culturale, attraverso il riconoscimento di valori comuni. La storia dell’arte, i monumenti, i reperti archeologici, le opere d’arte sono un punto di riferimento democratico della scuola, della società, dell’educazione alla cittadinanza e dell’umanità. Tutti i giovani dovrebbero avere la possibilità di godere di ciò che la storia ci ha tramandato dei manufatti artistici e architettonici dell’uomo. Da molti anni ormai la mia battaglia è che la storia della bellezza, la storia della sensibilità e l’arte possano diventare un diritto di tutti i cittadini. Lo dico da docente, stavolta, non solo coloro che studiano nel sistema liceale, ma anche i ragazzi che frequentano gli istituti tecnici e professionali. Considero una sostanziale iniquità il fatto che circa la metà degli studenti italiani non abbia il diritto di conoscere il patrimonio culturale, che non abbia gli stessi strumenti di conoscenza e di accesso alla bellezza”.

“Ecco perché il diritto alla bellezza – ha puntualizzato il presidente del Rotary Club Palermo Montepellegrino prof. Antonio Fundarò – si traduce in una questione di democrazia, ma anche in una questione di sviluppo e di sostenibilità (perché conoscere il patrimonio è la condizione fondamentale per garantirne la tutela e la conservazione che sono preliminari alla corretta fruizione dei beni culturali e del paesaggio). Ripeto spesso che l’esperienza dell’opera d’arte stimola in ciascuno di noi l’interesse verso l’alterità, verso qualcosa che è diverso da noi. Porsi di fronte all’opera d’arte e accettarla, farla entrare dentro di noi, si traduce in un esercizio di solidarietà, di incontro e d’ascolto”.

“E’ anche per questa ragione che risulta fondamentale garantire l’educazione alla bellezza ed è per questo che ho gioito quanto il professore Gaetano De Bernardis ci ha parlato del suo progetto distrettuale “Abbellisci una piazza per ogni città”. Per il nostro Paese, in particolar modo, partire dal patrimonio culturale è fondamentale e decisivo. Ciascun cittadino – scriveva l’architetto Michele Crimi, past president del Club Marsala e culture sensibile dell’arte – deve avere il diritto di acquisire una consapevolezza culturale, conquistando la possibilità di comprendere il patrimonio di cui è custode. Ecco perché il diritto alla bellezza, così fortemente difeso con convinzione filosofica e letteraria dal prof. Gaetano De Bernardis , illuminato intellettuale siciliano, si traduce, non solo in una questione di democrazia ma anche in una questione di sviluppo e di sostenibilità (perché conoscere il patrimonio è la condizione fondamentale per garantirne la tutela e la conservazione che sono preliminari alla  corretta fruizione dei beni culturali, anche dell’architettura e della tecnologia bellica, e del paesaggio). Si discute spesso di “valorizzazione”. La buona valorizzazione si può perseguire a condizione che sia consapevolezza da parte dei cittadini, a condizione che venga esercitato – senza esclusioni e in piena democrazia – il diritto alla bellezza. Attraverso questa via diventa possibile condividere condizioni di benessere e di felicità, perché poter fruire della bellezza del patrimonio significa anche accedere ad una condizione di gioia e appagamento, premessa fondamentale – a mio avviso – per aprire l’individuo alla sensibilità verso gli altri. L’esperienza dell’opera d’arte stimola in ciascuno di noi l’interesse verso l’alterità, verso qualcosa che è diverso da noi. Porsi di fronte all’opera d’arte e accettarla, farla entrare dentro di noi, si traduce in un esercizio di solidarietà, di incontro e d’ascolto. È anche per questa ragione che risulta fondamentale garantire l’educazione alla bellezza. Ecco perché la valorizzazione di questo luogo, una piazza alta su Palermo – realizzata grazie alla professionalità, alla determinazione e all’amore dei Rangers d’Italia, Direzione Regionale Sicilia della Riserva Naturale Monte Pellegrino e al Comune di Palermo – collabora a assicurare il diritto alla bellezza come accesso ad una condizione superiore di sensibilità, di profondità emotiva, che è parte della persona e può contribuire alla formazione del cittadino”.

E concludendo “ll riconoscimento del diritto alla bellezza – e mi fa un immenso piacere parlarne ad autorevoli rappresentanti delle istituzioni che rappresentano tutti gli enti preposti alla salvaguardia dell’ambiente – si traduce in tutela dei principi di cittadinanza, in tutela del patrimonio comune, in attivazione di processi virtuosi di valorizzazione e rigenerazione dei territori. Questo è il motivo fondamentale per il quale il diritto alla bellezza non è solo una questione politica, ma anche pedagogica. Quando si parla di patrimonio e di diritto all’accesso ai beni culturali, è d’obbligo citare l’articolo 9 della Costituzione italiana, che legittimamente viene continuamente ricordato come uno degli articoli più belli e distinguenti della Carta costituzionale. “La Repubblica promuove lo sviluppo e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.” Questo articolo va letto con una chiave interpretativa diversa da quella che è l’ordinaria lettura della norma. Giovanni Maria Flick ha dedicato il suo libro “L’elogio del patrimonio” all’interpretazione di questo splendido passo donatoci di padri costituenti. Rileggendo l’articolo si può osservare che nella prima parte vi si descrive un processo  dinamico, di movimento, che cammina e va verso il futuro (la ricerca che si sviluppa); mentre nella seconda parte si volge lo sguardo verso un concetto più statico (il patrimonio da tutelare). La custodia dei beni culturali si può esercitare attraverso la promozione dello studio e della ricerca, non si realizza prendendo un determinato bene per metterlo in cassaforte. L’opera d’arte deve essere viva, accessibile. La vera valorizzazione consiste nell’aver cura di un bene e nel renderlo accessibile in un modo sostenibile. L’articolo 9 mette insieme due forti valori: la bellezza e la sostenibilità. Quando si parla di questi argomenti, non va dimenticato che c’è un altro fondamentale articolo della Costituzione, l’articolo 2, che riconosce i diritti inviolabili dell’uomo (ringrazio il mio amico Antonio Salvati per questo suggerimento). Se la bellezza è un diritto inviolabile, allora diventa un diritto fondamentale al pari degli altri. È un diritto di tutti i bambini, di tutti gli studenti, quello di conoscere e fare esperienza del patrimonio esercitando pienamente il valore della cittadinanza. Parliamo di un’eredità di cui i nostri giovani dovranno essere custodi, ma di cui devono godere pienamente anche nel senso di vivere in luoghi accoglienti, dove non vi sia degrado. Come non pensare ai numerosi casi di monumenti circondati dall’incuria o perfino aggrediti dalla criminalità, dagli interessi insani che possono erodere la bellezza del territorio e, con essa, i nostri diritti”.