“La chiave dell’ascensore”: lo spettacolo di Agota Kristof a Palermo

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Per la 54esima stagione del Teatro Libero di Palermo in scena La chiave dell’ascensore, uno spettacolo di Agota Kristof con la traduzione di Elisabetta Rasy, interpretato da Anna Paola Vellaccio e diretto da Fabrizio Arcuri, produzione Florian Metateatro / Accademia degli Artefatti

In una stanza che gli spettatori sbirciano da una finestra, avvolta dalle volute della nebbia e dal vento che le muove i capelli, una la donna racconta la storia a se stessa, la racconta per l’ennesima volta. Tutto è reale e simbolico allo stesso tempo: le luci, i rumori, la voce. La favola pian piano svela il suo risvolto fino a farsi baratro. Sotto la superficie della scena che si apre davanti allo spettatore c’è qualcosa di invisibile ma minaccioso. Dal tono pacato della protagonista emerge, di tanto in tanto, la sua vera condizione. L’amore è anche volontà di possedere l’altro: se questo istinto prevale gli esiti sono nefasti. Ma è una lotta che l’oppressore non può vincere, sembra dirci Kristóf. Il desiderio di libertà è insopprimibile. La donna piegata, mutilata, resa folle, scissa, conserva la volontà di essere un individuo. Potranno toglierle la vita, ma non si farà strappare la voce per gridare al mondo la sua condizione.

Frasi brevi, una sintassi cruda, assenza di aggettivi: il fascino di questo testo scritto in francese nel 1977 sta proprio nell’economia di mezzi e nella loro intensità. Nel teatro, luogo dell’incontro per eccellenza, l’autrice trova il mezzo ideale per esprimere il suo messaggio: la speranza è nella parola, nella comunicazione con gli altri.

La locandina

1 e 2 aprile

LA CHIAVE DELL’ASCENSORE *

di Agota Kristof  

traduzione Elisabetta Rasy 

con Anna Paola Vellaccio

regia ed ambientazione Fabrizio Arcuri

assistente in scena Edoardo De Piccoli 

assistente alla regia Francesca Zerilli 

assistente alla produzione Marilisa D’Amico 

cura Giulia Basel 

foto di scena Roberta Verzella e Tiziano Ionta 

Florian Metateatro / Accademia degli Artefatti

si ringrazia il Teatro di Roma