Le case cantoniere stanno per tornare a nuova vita, iconico patrimonio architettonico

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Si possono incontrare sparse qua e là nelle strade statali storiche d’Italia. Sono le case cantoniere, istituite nel 1839, che prendono il nome proprio dai “cantonieri” e sono riconoscibili dal loro tipico inconfondibile colore rosso “pompeiano”, oggi un po’ sbiadito dal tempo; un colore che ben presto verrà ravvivato grazie ad un nuovo bando dell’ANAS che ne da in concessione in tutta Italia ben 100 con l’intento preciso di ridare una nuova collocazione a questo iconico patrimonio architettonico che da un secolo testimonia la storia e l’evoluzione del nostro Paese. 

Ciò che prima poteva essere solo un obbligo, recuperare beni che rischiamo di perdere per sempre, oggi diventa una grande risorsa economica”.  Si è espresso così il ministro Dario Franceschini, al  XXV convegno nazionale delegati e volontari Fai, lo scorso 20 marzo. E lo ha fatto ponendo l’accento sul valore di ridare linfa ai borghi d’Italia spopolati e di recuperare quegli immobili rurali lasciati al degrado. 

A tal fine il Ministro si è impegnato per uno stanziamento di 650 milioni di euro per il restauro del patrimonio costituito dall’edilizia rurale: casali, rustici, depositi agricoli dismessi , incoraggiando in tal modo  l’iniziativa dei privati.Tutto questo nella visione di un rafforzamento delle economie rurali locali e a tutela di un importante patrimonio culturale immateriale fatto di tradizioni e saperi contadini. Nelle stesse ore usciva in Gazzetta Ufficiale il bando l’Anas per l’assegnazione di 100 case cantoniere dislocate su tutto il territorio nazionale, a disposizione per essere valorizzate grazie a nuove destinazioni d’uso. 

Un progetto che ci riporta al 2014 quando Franceschini , anche all’epoca ministro dei Beni Culturali, nel testo dell’Art Bonus si diceva a favore del recupero di edifici demaniali e spazi inutilizzati, mediante l’affidamento a privati o cooperative che potessero rivitalizzarli. Nel 2016 la collaborazione tra Ministero, Anas e Demanio portò a individuare circa 650 case cantoniere da rivitalizzare, un input a una forma di turismo lento e sostenibile per tutta la Penisola con l’intento di trasformare gli ex edifici gestiti dall’Anas in ristoranti, alberghi e luoghi per l’ospitalità . La prima tranche dell’iniziativa ne assegnò una trentina, con i risultati oggi visibili.

Il bando di Anas è in linea con il progetto Valore Paese Italia, sviluppato in collaborazione tra Agenzia del Demanio, Difesa Servizi Spa, MiBACT, MIMS, MATTM, Anas, da diversi Comuni e Regioni, Ferrovie dello Stato, Fondazione FS, ICS, IFEL, INVITALIA e il mondo ANCI.

Un progetto trasversale e integrato a potenziamento della rete di offerta turistico-culturale e per valorizzare i luoghi in senso diffuso con la creazione di circuiti nazionali di eccellenza a sostegno del Sistema Italia. Iniziative legate alla mobilità lenta e sostenibile, al turismo ferroviario, alla rete delle case cantoniere e dei borghi, al filone tematico degli osservatori astronomici e meteorologici, delle riserve e dei siti naturali e paesaggi culturali UNESCO, lungo i quali valorizzare gli immobili pubblici.

Realizzare nelle Case Cantoniere un’attività ricettiva di qualità, che valorizzino i prodotti di filiera corta, con centri informativi e didattici, stazioni per la ricarica dei veicoli elettrici, con un focus specifico sulla promozione di prodotti tipici locali di natura enogastronomica, artigianale ed artistica è un’operazione che si rifà all’ottica della riqualificazione, dell’accessibilità e della fruizione degli immobili Anas. Recuperando questi edifici dal grande valore iconico si vuole spingere un modello di sviluppo sostenibile in termini ambientali e socio economici per i territori in cui sono ubicati, rivitalizzando l’economia locale ed i suoi micro sistemi industriali, incentivando un turismo diffuso di qualità, oltre ad offrire all’utenza della strada più servizi possibili, in linea con gli standard comunitari, a sostegno della mobilità e della viabilità, inclusa quella sostenibile. 

La Sardegna è  la regione con più fabbricati a disposizione, sono per l’appunto 30, seguita da Lombardia (12), Abruzzo (10), Toscana e Lazio (7). Puglia, Emilia Romagna, Calabria e Piemonte ne hanno rispettivamente 5, mentre 3 si trovano in Valle d’Aosta. Infine Marche, Campania e Veneto con 2 e Liguria ed Umbria con una ciascuna. In Sicilia sono 3 le case a bando: una si trova ubicata alle porte di Cefalù, in posizione strategica sulla statale 113, tra bar, alberghi, supermercati e si presenta in discrete condizioni; un’altra si trova tra le case di Aci Castello, sulla statale 114, nella frazione di Aci Trezza, in prossimità della Riviera dei Ciclopi. L’ultima casa cantoniera siciliana infine è in aperta campagna vicino a un agriturismo sulla statale 192 della Valle del Dittaino, vicino Catenanuova, ricadente però nel territorio di Agira. 

Conservare i manufatti originari, migliorando l’inserimento nel paesaggio da un punto di vista ambientale e percettivo sarà l’impegno di chi prenderà in concessione le case cantoniere : sarà infatti obbligatorio mantenere all’esterno il tipico rosso pompeiano, la targa con l’indicazione della S.S. e della chilometrica e lo stemma identificativo dell’Anas. Sarà possibile partecipare al bando fino al 15 giugno.