Meryem Amato racconta a vita di una social influencer al podcast Egoriferiti

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Tutto quello che avreste voluto sapere su una social influencer ma non avete mai osato chiedere.

Meryem Amato, regina palermitana di Instagram con quasi 60 mila follower, è la protagonista della seconda puntata di “Egoriferiti”, la conversazione tra un ospite e le sue due coscienze – rappresentate dal regista Giuseppe Cardinale e dal giornalista Vassily Sortino – alla ricerca del punto più sincero e allo stesso tempo debole del proprio essere, disponibile in streaming in versione audio-video nelle principali piattaforme online, tutti i giovedì dalle 21.

SPOTIFY: https://open.spotify.com/episode/2oRQCNeoBAHSeyuZ7MRalA?si=8MnPhAHmS_i8RjPxrotTDA

YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=LU0gyQG8Zbg

Dalla conversazione emerge che la vita di una “imprenditrice digitale” – nonostante serate di primo ordine e galà di moda – non è tutta rosa e fiori e che la stessa protagonista, oggi nota anche televisivamente per la conduzione di un programma sul meteo, voleva la giornalista a Palermo, «ma – racconta nel podcast – in ogni redazione che ho frequentato mi chiedevano di scendere a compromessi. Ho detto di no e ho dovuto rinunciare al mio sogno».

E ancora: tutti i segreti sui locali della movida palermitana, le sue origini tunisine e la conoscenza delle lingue, con un pensiero sempre al figlio.

Registrato a Palermo all’interno del locale di dischi Pablo bio e vinili, in un set dalle atmosfere vintage, “Egoriferiti” è un percorso nel passato – partendo dai propri traumi personali – nel presente e nel futuro dell’ospite, cercando di scoprire le sue reazioni, esplorandone la capacità di sapere regalare confessioni alla dualità della coscienza, ma anche di saperla ascoltare.

«Il bello di questo podcast che si ascolta e si vede – raccontano Giuseppe Cardinale e Vassily Sortino è che lo stesso intervistato diventa responsabile di quel che dice, perché noi non spegniamo mai le telecamere e facciamo vedere tutto senza tagli. Non siamo qui per esaltare le persone, ma solo per fare in modo che si raccontino sinceramente».