Mons. Michele Crociata e la “Parola che salva”

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“Parola che salva” questo il tema della dotta relazione tenuta da Mons. Michele Crociata a Partinico, presso il prestigioso “Baglio della Luna”. Ad organizzare l’evento il Rotary Club Palermo Montepellegrino, presieduto da Antonio Fundarò.

La relazione prende spunto dal volume di mons. Michele Crociata dal titolo “Parola che Salva. Anno liturgico C”, stampato per i tipi della “Nuova IPSA Editore” di Palermo. Presente, tra gli altri, l’assistente del Governatore Avv. Ignazio Cammalleri che ha portato i saluti del governatore del distretto Rotary 2110 Sicilia Malta prof. Gaetano De Bernardis. Dopo i saluti del Presidente del Rotary prof. Antonio Fundarò, ha relazionato mons. prof. Michele Crociata, docente nella Pontificia Facoltà Teologica di Sicilia.

Il libro di mons. Crociata “Anno liturgico C” è di completamento all’itinerario liturgico: Anno liturgico A e anno liturgico B pubblicati in occasione delle celebrazioni per il XVII centenario dell’Editto di Costantino (13 febbraio del 313).

“Questo lavoro –  dice mons. Crociata – si offre come aiuto nel percorso di crescita umana e religiosa per riscoprire il volto umano di Dio, per riscoprire il valore autentico della Liturgia nella dimensione teandrica: divina e umana”.

Il libro, infatti, raccoglie le omelie dell’autore e si rivolge, in prima istanza, agli acattolici, nella convinzione che il potere della parola evangelica possa raggiungere il cuore di coloro che vivono lontani da Gesù e dalla Chiesa in un’epoca di neopaganesimo.

“La vita e la morte sono in mano alla lingua: la parola che guarisce e che condanna. Ovvero la parola che salva, che uccide, che condanna” ha puntualizzato Mons. Michele Crociata, inserendosi, perfettamente all’interno del percorso che ciascun cristiano fa durante il periodo natalizio.

Il lavoro di mons. Michele Crociata, uno degli intellettuali più illustri della nostra Sicilia, è da classificare come brillante compendio sociologico, culturale, storiografico diretto ai laici in un tempo di crisi dei valori e di allontanamento dalla Chiesa. Il volume ha come principale fine quello di promuovere la cultura e la storia in un momento storico incapace di esaltare la parola e di fortificare la cultura.

“Nella società di oggi – ha sottolineato il presidente del Club Antonio Fundarò – il ruolo della parola è molto complesso, come è estremamente indispensabile la virtù per tessere rapporti umani. Viviamo in una società liquida, in cui i parametri di giudizio non sono stabili. Tutti i valori tradizionali sono in crisi e se ne stanno definendo di nuovi. Questa situazione non può che avere delle ricadute sul piano linguistico. Infatti, la lingua è il mezzo attraverso il quale esprimiamo il nostro pensiero, la nostra visione della realtà. Ma se viviamo in un periodo di crisi sia dell’individuo che della realtà, è chiaro che anche il linguaggio entri in crisi”.

E continuando “Una realtà confusa genera un pensiero confuso, che, a sua volta, genera un linguaggio confuso. Le parole tendono a perdere il loro significato originario e vengono usate in maniera impropria. Capita spesso che le cose non vengano più chiamate col loro vero nome. Questo relativismo, questa mancanza di connessione tra linguaggio e realtà, permette di manipolare la realtà stessa e di persuadere facilmente gli interlocutori”.

Per Antonio Fundarò, docente di “Storia della Filosofia Contemporanea” al Corso di Laurea in Scienze e Tecniche Psicologiche dell’Università degli Studi di Palermo, “Se nell’Atene di metà V secolo a.C. tutti potevano prendere la parola, oggi la situazione è enormemente amplificata: ciascuno di noi può prendere la parola e rivolgersi non solo alla propria comunità, ma a tutto il mondo, grazie ai mezzi tecnologici che abbiamo a disposizione. Se il diritto di espressione è di valore inestimabile, diventa un dovere disporne responsabilmente. La parola, infatti, è uno strumento potentissimo sia nel bene che nel male, e può diventare molto pericolosa. Bisognerebbe quindi considerare maggiormente l’importanza del linguaggio e cercare di far combaciare le parole con i fatti. Lo studio, la lettura, la partecipazione alla vita culturale, permettono di stimolare la nostra consapevolezza linguistica. Sono esperienze che ci arricchiscono la vita. Conoscere la lingua, infatti, ci permette di saper interpretare meglio il mondo che ci circonda”. 

E concludendo lo strepitoso e partecipatissimo incontro, il presidente del Club nel ringraziare i numerosi presenti, Padre Aldo Giordano, il presidente dell’Interact Club Palermo Montepellegrino Clarissa Tamburello, ed in primis Mons. Michele Antonino Crociata, ha voluto puntualizzare come “La parola ha un potere straordinario. Ma come tutti i poteri, senza consapevolezza, può causare danni molto gravi. Curiamo il nostro linguaggio, andiamo alla ricerca della verità, sforziamoci di scavare oltre la superficie per riappropriarci del significato delle nostre parole, dei nostri pensieri, del mondo che ci circonda. Facciamolo con l’aiuto di opere prestigiose come quelle di Mons. Michele Crociata. Opere che ci accompagnano nella vita e fortificano la nostra stessa esistenza”.