Presidente della Repubblica: Silvio Berlusconi può farcela?

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Silvio Berlusconi

Sono giorni cruciali per l’elezione del Presidente della Repubblica Italiana, dopo che Sergio Mattarella ha confermato – nonostante le pressioni bipartisan – di non volere rinnovare il secondo mandato in scadenza il 3 febbraio 2022.

Il presidente della Camera Roberto Fico ha convocato il Parlamento in seduta comune lunedì 24 gennaio alle ore 15 per l’inizio delle votazioni per l’elezione del nuovo presidente della Repubblica e, al momento, l’unico nome in campo risulta essere quello di Silvio Berlusconi che ha incassato – a detta sua – il sostegno del centrodestra.

Ma quanti voti servono per essere nominato Capo dello Stato?

Il Presidente della Repubblica, visto il ruolo delicato e di unità che riveste, deve essere eletto con una maggioranza qualificata dei due terzi dell’Assemblea: 671 grandi elettori. Solo dalla quarta votazione è sufficiente la maggioranza assoluta che scende a 504 voti.

Ed è qui che Silvio Berlusconi (ma non solo lui) potrebbe entrare in scena cercando di racimolare il consenso dei “non ricandidabili”, cioè quelli che non hanno chance di rielezione per il taglio dei parlamentari e per il calo del consenso del proprio partito.

Snodo importante è proprio quello del mantenimento della poltrona, visto che il Cavaliere – in maniera strategica – ha agitato lo spauracchio delle elezioni anticipate in caso di elezione di Mario Draghi (il candidato più quotato) al Colle e si sa la maggior parte dei politici “tiene famiglia” e non ha alcun interesse a mettere in discussione la propria posizione.

La strategia del Centrodestra potrebbe essere questa: scheda bianca per le prime tre votazioni – tanto è impossibile raggiungere un risultato prima – salvo poi annunciare il nome del futuro Presidente della Repubblica. I voti su cui Silvio Berlusconi può contare sono 440 in Parlamento, ai quali potrebbero aggiungersi circa due terzi dei renziani di Italia Viva (tra 26 e 28). Il Cavaliere pescherebbe anche nel Gruppo Misto dove ci sarebbero una ventina di parlamentari pronti a scrivere il suo nome sulla scheda. Qualche voto potrebbe arrivare anche dal Gruppo delle Autonomie e un’altra ventina tra i “non ricandidabili” del PD e del Movimento 5 Stelle.

Sulla carta, quindi, si potrebbe superare senza troppi scossoni la quota dei 505 consensi eleggendo così Silvio Berlusconi Capo dello Stato (e della Magistratura) alla quarta votazione.

Intanto ieri a Roma, dopo 9 anni dall’ultima manifestazione, il Popolo Viola è tornato in piazza contro la candidatura al Colle di Silvio Berlusconi. “Soltanto l’idea ci fa correre i brividi lungo la schiena. Come possono le grandi elettrici pensare di votarlo, lui che ha svilito il ruolo della donna?” ha dichiarato uno degli organizzatori, Gianfranco Mascia.

In molti dentro Forza Italia hanno stigmatizzato la manifestazione di ieri e c’è chi, alla fine, ha proposto di farne una a favore di Berlusconi.

La corsa al Colle è appena iniziata.

foto ©Antonio Melita