PRIMA ONDA FEST 2022: il programma dal 4 al 6 novembre

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Prima Onda Festival si avvia verso la conclusione della sua terza edizione, la più ricca di sempre, con più di trenta spettacoli, tra spettacoli concentri e incontri diffusi nei luoghi della periferia sud di Palermo.

Sulla scia delle scelte artistiche del festival, gli ultimi appuntamenti di Prima Onda, da venerdì 4 novembre e fino a domenica 6, chiudono il festival presentando compagnie affermate come il duo Bartolini e Baronio, accanto formazioni più giovani come Vucciria Teatro e compagnie siciliane come Sutta Scupa; la musica dell’orchestra marsigliese Grand8 e della SIO Sicilian Improvisers Orchestra in un’inedita composizione che riunisce in un unico ensemble le due orchestre del Mediterraneo, e i progetti di ricerca-azione di TeatrInGestAzione e del Collettivo DOM, con l’esplorazione urbana guidata dal performer Valerio Sirna per una riflessione collettiva sul paesaggio, sui rituali, sulla comunità della Costa sud di Palermo.

Venerdì 4 novembre riparte dalla musica all’Ecomuseo Mare Memoria Viva alle 21 con le Inondazioni sonore di Grand8 che per l’occasione incontra la SIO Sicilian Improvisers Orchestra. Protagonisti della sperimentazione democratica senza leader e reduci dal festival Grand Vertige a Marsiglia, dove i due ensemble si sono incontrati per la prima volta, Grand8 e SIO continuano a Palermo lo scambio di esplorazioni e sperimentazioni sonore seguendo il sentiero dei suoni, della creatività, dell’invenzione, dell’immaginazione, della condivisione, della poesia, del sogno.

Anche oggi è in programma un incontro allo Stabilimento Balneare dell’Ecomuseo MMV alle 18,30 con Anna Gesualdi, Giovanni Trono, TeatrInGestAzione, Collettivo Dom, Genìa Lab Art, Valentina Greco e Stefania Galegati.

Sabato 5 novembre il festival comincia alle 19 dal Centro Padre Nostro, all’ex Mulino del Sale con Chiudi gli occhi di Giuseppe Massa e la sua compagnia Sutta Scupa. 

Sempre al Centro Padre Nostro, al Lavatoio, alle 20 con TeatrIngestAzione andrà in scena “Monàs”. La sostanza reale delle cose. Un progetto scenico in fase embrionale, un ibrido tra installazione partecipata, composizione coreografica e live cinema che ci interroga sullo scarto tra realtà e post verità, e come in questa frattura si subisca o si pratichi un esercizio di potere. La performance si avvale del dispositivo spaziale e interattivo “Not Found”, nato da un’indagine su La Società dello Spettacolo (Debord, 1967). Uno spazio di azione, osservazione e contemplazione, che accoglie contemporaneamente i performer e i visitatori, dove il corpo scrive e si inscrive tra la folla, dando vita ad una “micro società provvisoria” (Debord 1959).

Nello stesso giorno arriva al festival la compagnia Bartolini/Baronio, un duo di artisti in grado di portare sulla scena un reticolato di molteplici e sovrapposte linee narrative, intrecciate non esclusivamente dalle proprie storie individuali, ma anche da quelle che hanno segnato, percorso e ripercorso biografie collettive.

All’Ecomuseo MMV alle 21.30 Bartoli/Baronio presenta Josefine, rilettura del racconto di Franz Kafka “Josefine, la cantante o il popolo dei topi” in cui lo scrittore evoca un tempo di estasi e grazia, nel quale il popolo dimentica sé stesso e si raccoglie attorno all’artista, alla gioia infantile del gioco.

Domenica 6 novembre è l’ultima giornata di programmazione di Prima Onda, si comincia già dalla mattina con “Fuga Urbana #Palermo”, l’esplorazione urbana dentro la città a cura di Valerio Sirna del Collettivo DOM, con partenza dall’Ecomuseo Mare Memoria Viva alle ore 11.00 e picnic al termine della passeggiata.

La chiusura del Festival è affidata a Joele Anastasi, Enrico Sortino e Federica Carrubba Toscano, fondatori di Vucciria Teatro,formazione artistica dal 2018 prodotta dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini, in scena alle 19 sempre all’Ecomuseo MMV con We are not Penelope. La domanda dal quale nasce il progetto è: che cosa è la fedeltà?

Per provare a rispondere i tre artisti hanno scelto il mito di Penelope, moglie di Ulisse che passa vent’anni a scontare sulla sua pelle il prezzo della fedeltà a tal punto da restare incastrata dentro il suo stesso sacrificio. Definita solo da questo, Penelope cessa di essere donna e madre in virtù della presenza ingombrante di un uomo assente.