Shakespeare Summer Night: al via a Villa Filippina

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Al via la seconda edizione di Shakespeare Summer Night, la rassegna organizzata dal Teatro Libero di Palermo a Villa Filippina.

Quattro le creazioni, a partire dal grande drammaturgo inglese, realizzate da giovani artisti che si alterneranno nelle serate a partire dalle 20.30. Progetti che prendono a pretesto personaggi e storie per restituire lo spirito shakespeariano attraverso il gioco dell’attore in un’atmosfera di festa, tra cibo e birra, così come avveniva un tempo. Il biglietto d’ingresso, infatti, darà diritto a uno sconto al bar per aperitivi e cena.

Dal 16 al 22 giugno, con riposo il 20, due gli spettacoli. 

Si comincia con La Tempesta, diretto e interpretato da Giuseppe Pestillo. 

Giorgio Strehler diceva che La Tempesta di William Shakespeare è: «l’estrema domanda sul destino dell’uomo e della storia, delle sue contraddizioni e della sua poesia, e quindi del teatro. Teatro come parafrasi più vicina d’ogni altra alla vita» aggiungeva inoltre che questo meraviglioso testo, ultima opera compiuta del Bardo, «appare come una grande parabola del teatro, in cui troviamo le domande su come e perché facciamo teatro e su cosa il teatro dovrebbe e potrebbe essere».  In un’ultima magica battuta il protagonista Prospero chiede al pubblico di non essere lasciato nell’isola nuda in cui era stato confinato per tanti anni, chiede di essere messo in libertà, lui stesso l’aveva concessa poco prima al suo fedele servitore Ariel.  La figura di Prospero condensa in sé differenti valori, tra questi il più importante è quello della forza del sapere, la forza della conoscenza, che lui mette in gioco attraverso l’azione pedagogica del teatro. 

Riflettendo sulle note qui su riportate nasce l’idea dell’atto unico La Tempesta – un racconto da Shakespeare che porta la dimensione del racconto e del gioco teatrale ad una estrema condensazione, un solo attore che dà corpo e voce a tutto il plot shakespeariano, assecondando il ritmo dell’affabulazione narrativa che diventa strumento attraverso il quale lo spettatore verrà condotto dentro la parola, a volte colta a volte popolare ma sempre poetica, dell’isola di Prospero, tentando così di evocare e trasmettere quel rispecchiamento nell’arte di cui oggi abbiamo tanto bisogno.

A seguire Una tragicissima commedia elisabettiana, di Luigi Maria Rausa con Eletta Del Castillo e Giancarlo Latina. Nell’emblematico prologo dell’Enrico V Shakespeare chiede ironicamente scusa al pubblico per avere avuto l’assurda idea di trasferire le vicende dell’eroico sovrano inglese “su questo indegno palchetto di tavole”. 

Pubblico e “palchetto” diventano elementi fondanti della Tragicissima commedia elisabettiana dove, ispirati dal celebre Amleto di Shakespeare, come da tradizione, saranno infrante le regole aristoteliche di spazio e tempo, così come sarà infranto il senso comune mescolando tragedia e commedia in un’altalena di volgare e sublime, lasciando assaporare il rapporto intimo tra spettatori e attori.

Una scena nuda lascia spazio al gioco degli attori, attraverso il quale vicende del principe Amleto diventano un pretesto per aprire una riflessione sulla fame di potere, la corruzione, il tradimento, l’impossibilità di azione.